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I pesticidi nuocciono allo sviluppo neurologico dei bambini

Quattro ricerche pubblicate l’estate scorsa sulle riviste scientifiche Environmental Health Perspectives (edita dallo U.S. National Institute of Environmental Health Sciences, National Institutes of Health, Department ofHealth and Human Services) e da Pediatrics (la rivista ufficiale dell’American Academy of Pediatrics) giungono alle stesse conclusioni: i pesticidi nuocciono allo sviluppo intellettivo dei bambini in età scolare.

La validità dei risultati esce rafforzata dal fatto che i gruppi di ricerca hanno raggiunto le stesse conclusioni lavorando indipendentemente l’uno dall’altro.

Gli studi sono stati condotti presso:

  • University of California, Berkeley School of Public Health
  • Mailman School of Public Health della Columbia University
  • Mount Sinai School of Medicine
  • Departments of Environmental Health and Epidemiology, School of Public Health di Harvard; Department of Environmental and Occupational Health della facoltà di Medicina dell’universitò di Montreal; Departments of Neurology and Pediatrics della School of Medicine di Harvard; Boston Children’s Hospital; Channing Laboratory del Department of Medicine di Harvard; Brigham and Women’s Hospital di Boston.

Sono stati svolti su donne in gravidanza e, successivamente, sui loro bambini.

I ricercatori di Berkeley e del Mount Sinai hanno misurato i metaboliti dei pesticidi nelle urine delle donne, mentre i ricercatori della Columbia li hanno misurati nel sangue del cordone ombelicale.

Ai bambini di queste madri giunti a un’età tra 6 e 9 anni (dagli 8 ai 15 nell’ultimo studio) sono stati somministrati test di intelligenza.

Sebbene i risultati non siano direttamente comparabili, tutte le indagini hanno trovato prove che collegano l’esposizione prenatale ai pesticidi a effetti negativi sulla funzione cognitiva a partire dal dodicesimo mese e continuando nella prima infanzia.

È ben noto che i risultati di singoli studi epidemiologici possono essere influenzati dal caso e altre fonti di errore. Per questo motivo i ricercatori raccomandano spesso che i loro risultati vadano interpretati con cautela fino a quando non sono supportati da dati simili in altre popolazioni di studio “, ha dichiarato Hugh A. Tilson, direttore di Environmental Health Perspectives “Se consideriamo queste tre ricerche insieme, però, dato che ne scaturiscono risultati analoghi su tre diverse popolazioni di bambini, dobbiamo dire che aggiungono peso sostanziale alla prova che collega i pesticidi agli effetti negativi sullo sviluppo”.

Le indagini sono state co-finanziate dalle strutture sanitarie del governo degli Stati Uniti (National Institute of Environmental Health Sciences, National Institutes of Health, US Environmental Protection Agency, programma Children’s Environmental Health and Disease Prevention Research Centers ), ulteriori finanziamenti sono stati garantiti da altre autorità pubbliche e fonti private.

La quarta ricerca ha trovato che l’esposizione a pesticidi comunemente utilizzati sulle coltivazioni aumenta le probabilità che i bambini siano colpiti Sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), disturbo del comportamento che spesso sconvolge la scuola e la vita sociale.

I piccoli con alti livelli di residui di pesticidi nelle urine, soprattutto di insetticidi come il malathion hanno più probabilità di essere affetti dalla sindrome: la probabilità arriva quasi al doppio per i bambini con livelli elevati di dimetiltiofosfato (la probabilità di contrarre il disturbo è del 93 per cento superiore rispetto ai bambini con livelli non rilevabili).

Non nell’articolo pubblicato su Pediatrics, ma in un’intervista a Msnbc la canadese Maryse F. Bouchard, responsabile dello studio, ha dichiarato: “Penso che sia abbastanza significativo. Una probabilità doppia colpisce”. La Bouchard ha suggerito ai genitori “Direi di comprare biologico, per quanto possibile” e di lavare molto frutta e verdura (quest’ultimo consiglio, però, serve a poco a fronte di pesticidi sistemici, come sono quelli più recenti).

Ecco gli articoli:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3237355

http://ehp03.niehs.nih.gov/article/info:doi/10.1289/ehp.1003185

http://aje.oxfordjournals.org/content/early/2007/04/12/aje.kwm029

http://ehp03.niehs.nih.gov/article/info:doi/10.1289/ehp.1003183

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