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L’allergia non è un lusso: ridurre iva sulle bevande vegetali

Lallergia non è un lusso, va ridotta l’iva sulle bevande vegetali sostitutive del latte.

AssoBio, insicow milk allergyeme all’Associazione Italiana Allergie Alimentari e alla Lega Anti Vivisezione, aderisce alla petizione lanciata sulla piattaforma www.change.org dal mensile dei consumatori “Il Salvagente” per chiedere la riduzione dell’IVA sulle bevande di origine vegetale sostitutive del latte, attualmente assoggettate all’aliquota IVA ordinaria del 22%, la stessa imposta attribuita ai beni considerati di lusso.
L’obiettivo della raccolta firme è portare invece l’imposta al 4%, equiparando così al normale latte vaccino i prodotti alternativi che gli allergici devono assumere. La petizione per consentire ai cittadini di usufruire delle stesse condizioni sta riscuotendo successo e al momento veleggia sui 15 mila sostenitori; nei prossimi giorni la raccolta firme verrà consegnata al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni.

“Nei fatti, per potersi mantenere in salute, chi non può consumare latte vaccino deve oggi sopportare quella che non è improprio definire una tassa del 18% sul suo status, trasformando in lusso quella che è una condizione patologica.” afferma il presidente di AssoBio Roberto Zanoni. In Italia infatti, secondo una valutazione della Federazione degli Ordini dei medici, circa il 4,5% degli adulti e il 10% dei bambini convive con un’allergia alimentare e, tra questi, sono numerosi i soggetti che non possono assumere latte: a causa delle sue proteine, essi presentano una sintomatologia caratterizzata da reazioni che possono essere immediate, come i più temuti shock anafilattico e angioedema, oppure ritardate, come orticaria, dermatite, vomito persistente, coliche intestinali, diarrea o stitichezza ostinata, broncospasmo e tosse. Queste persone sono, di conseguenza, costrette ad assumere, in alternativa al latte vaccino, bevande sostitutive a base vegetale. Nella stessa condizione si trova chi è affetto da galattosemia, rara malattia genetica che comprende tra i sintomi, deficit neurologici, ritardo di crescita, facilità alle emorragie, ipoglicemia, cirrosi, ingrossamento di milza e fegato, osteoporosi e insufficienza ovarica.

AssoBio ha deciso di sposare la causa di tutti quei consumatori per i quali, solo nel 2016, la differenza tra imposta ordinaria e agevolata ha comportato un aggravio di circa 24 milioni di euro, facendosi quindi portavoce della petizione attraverso una lettera ai componenti delle Commissioni Finanza e Affari sociali del Parlamento italiano: “A guidarci non sono considerazioni di business – spiega Roberto Zanoni – La riduzione dell’IVA sulle bevande vegetali non ha impatto sul fatturato delle nostre aziende. È del tutto evidente che si tratti di un tipico consumo anelastico che, essendo di per sé obbligato, non può venire influenzato dalla maggiore o minore imposizione fiscale. Ma riconoscere la pari dignità dei cittadini allergici al latte promuove il loro diritto alla salute e alleggerisce il carico delle famiglie costrette a convivere con questa patologia. Non chiediamo l’istituzione di un contributo economico, soltanto che al disagio della patologia non si aggiunga una maggior imposizione fiscale: è sufficiente parificare le aliquote IVA di prodotti che hanno la medesima funzione d’uso.”

Per informazioni e per aderire alla petizione, consultare questa pagina.

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