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Pesticidi, sempre peggio

Sul sito dell’ISPRA è possibile scaricare l’edizione 2018 del Rapporto nazionale pesticidi nelle acque  (dati 2015-2016)

Il rapporto contiene i risultati del monitoraggio delle acque interne superficiali e sotterranee, e ha tra le finalità quella di rilevare eventuali effetti dei pesticidi non previsti nella fase di autorizzazione e non adeguatamente controllati nella fase di utilizzo.

In Italia si utilizzano circa 130.000 tonnellate all’anno di prodotti fitosanitari [ISTAT, 2015], che contengono circa 400 principi attivi diversi.

Le indagini 2016 hanno riguardato 4.683 punti di campionamento e 17.275 campioni dove sono state cercate complessivamente 398 sostanze.

Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 67% dei 1.554 punti di monitoraggio (erano 63.9% nel precedente rapporto, erano 56.9% nel 2012); nelle acque sotterranee nel 33,5% dei 3.129 punti (erano 31.7% nel rapporto precedente e 31% nel 2012).

Trovate 259 sostanze diverse (erano 224 nel 2013-2014 e 175 nel 2012).

In alcune Regioni la presenza dei pesticidi è più diffusa del dato nazionale.

Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute (in particolare glifosate e il metabolita Ampa), rispetto al passato è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi (ma quest’ultima frase viene purtroppo ripetuta ogni anno da più anni).

Nel complesso la contaminazione è più diffusa nella pianura padano-veneta (ma va detto che le cinque regioni dell’area sono quelle che effettuano più analisi).

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