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Non passa il nuovo regolamento UE

“Se il risultato del processo di riforma dovesse finire per peggiorare lo status quo sarebbe meglio non approvare il nuovo regolamento”.

Lo aveva detto il coordinatore del gruppo S&D della commissione agricoltura del Parlamento europeo (ed ex ministro italiano delle politiche agricole) Paolo De Castro riferendosi al nuovo regolamento UE sul biologico. De Castro aveva ribadito i dubbi su un regolamento in discussione da ormai quasi tre anni e che “al momento – ha concluso – sembra minare lo sviluppo del settore biologico invece che sostenerlo”.

La presidenza slovacca voleva assolutamente presentare un accordo al Consiglio agricoltura e pesca del 12 e 13 dicembre, ma su temi come la certificazione dei prodotti fuori suolo, la contaminazione accidentale da pesticidi e la frequenza delle ispezioni, le distanze tra le parti erano ancora cospicue.

Anche De Castro ha preso atto che il duro lavoro di 33 mesi dalla proposta iniziale della Commissione e di dodici mesi dall’inizio dei negoziati del trilogo Commissione-Consiglio-Parlamento europeo ha raggiunto un punto morto, senza che si veda la possibilità di un qualche sviluppo positivo, tant’è che le tre istituzioni non sono riuscite a trovare un compromesso finale e hanno deciso di sospendere il negoziato fino a nuovo avviso.

La nostra organizzazione europea IFOAM-EU ha riconosciuto gli sforzi di Commissione, Consiglio e Parlamento e ha accettato l’invito di quest’ultimo per discutere ulteriori sviluppi con il settore.

“Dopo anni d’incertezza per agricoltori, trasformatori, consumatori e altre parti interessate, è giunto il momento di fare il punto sui miglioramenti reali della normativa vigente, da utilizzare come base per un nuovo inizio”, ha dichiarato il presidente Christopher Stopes.
Già a luglio FederBio e le altre organizzazioni del biologico europee avevamo rivolto un appello ai governi affinché valutassero con attenzione e obiettività le possibilità concrete di una conclusione rapida e soddisfacente del trilogo, dovendo altrimenti tutti prendere atto che la riforma Ciolos doveva essere abbandonata per riprendere una più pragmatica e utile “manutenzione” del Regolamento attuale: il settore in questi anni è cresciuto enormemente e sta di fatto cambiando pelle, con evidenti necessità di adeguamento delle norme tecniche e del sistema di certificazione, per consentire all’agricoltura europea, nei diversi contesti territoriali e comparti produttivi, di convertirsi agevolmente al biologico per rispondere a una richiesta di mercato in crescita costante a due cifre, senza far venir meno la coerenza ai principi già stabiliti nel Reg. CE 834/07 e migliorando in maniera significativa le garanzie del sistema di certificazione e l’integrità del mercato.

Erano poi seguiti colloqui e incontri con De Castro e Marco Zullo, eurodeputato in commissione agricoltura del Parlamento Europeo (commissione che, in ottobre, con  33 voti a favore, 4 contrari e 7 astenuti aveva approvato la linea del Parlamento UE, contraria alla proposta della Commissione).

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